Brano: [...] loro economicismo, avanzavano richieste salariali incompatibili con lo stato in cui versava il paese.
Maturò allora, anche per le crescenti preoccupazioni che destava il consolidarsi della rivoluzione in Russia, la decisione dell’Intesa di imporre al governo ungherese il ritiro immediato dalla Slovacchia. L’ultimatum venne accettato il 21.6.1919 e fu accolto, all'interno dell'Ungheria come all’estero, come un evidente atto di debolezza della Repubblica dei Consigli: tre giorni dopo fallì a Budapest un tentativo di colpo di stato, mentre crebbero le pressioni occidentali su romeni e cechi perché intervenissero. Gli ungheresi tentarono di prevenire l’attacco sferrando loro il primo colpo, ma vennero travolti dalle truppe romene che entrarono nella capitale e posero fine all’esperienza rivoluzionaria, durata poco più di 4 mesi.
Così, per le divisioni interne, la poca chiarezza di idee e la sottovalutazione della questione sociale nelle campagne, la sinistra ungherese fallì il suo primo tentativo di governo. Ma un fallimento ancora più grave pesava sull’[...]
[...]ato nel 1848, si erano dimostrati incapaci di sciogliere il complesso nodo che legava in Ungheria la questione nazionale (soprattutto in rapporto alle nazionalità non magiare incluse nel territorio della Corona di Santo Stefano) e la questione sociale: travolti, certo in buona misura, da condizioni internazionali avverse, essi mostrarono appieno la debolezza di progetti e di consenso che li caratterizzava.
// regime di Horthy
La fine della Repubblica dei Consigli significò la restaurazione di fatto del vecchio potere latifondista e il ritorno delle vecchie classi al potere, cancellando anche l’esperienza democraticoborghese di Kàrolyi. I signori feudali si erano, per di più, radicalizzati al punto di ritenere che tutti i mali da cui appariva afflitta la società ungherese (dalle sconfitte militari ai disastri economici e all’espansione dei comunisti) andassero attribuiti alle attività degli ebrei i quali, arricchitisi soprattutto con il commercio, erano particolarmente numerosi nella capitale e in tutto il paese. È vero che soltanto un insieme di sloga[...]
[...]alizzati al punto di ritenere che tutti i mali da cui appariva afflitta la società ungherese (dalle sconfitte militari ai disastri economici e all’espansione dei comunisti) andassero attribuiti alle attività degli ebrei i quali, arricchitisi soprattutto con il commercio, erano particolarmente numerosi nella capitale e in tutto il paese. È vero che soltanto un insieme di slogan come
Manifestazione popolare a Budapest per la proclamazione della Repubblica dei Consigli (novembre 1918)
l’antibolscevismo, il “nazionalismo cristiano”, l’ordine e il tradizionalismo costituivano il cemento di una classe di proprietari terrieri priva di una politica governativa unificata o anche solo di un accordo sulla forma di governo da dare al paese, ma è altrettanto vero che proprio questo vuoto aprì la strada a un compromesso politico, tramite il quale 1*1.3.1920 fu nominato reggente d’Ungheria Horthy (v.). Quest’ultimo, che aveva capeggiato una piccola armata fiancheggiatrice dei romeni allorché questi erano entrati a Budapest, reggerà i destini del suo paese per tutto [...]
[...]a piccola armata fiancheggiatrice dei romeni allorché questi erano entrati a Budapest, reggerà i destini del suo paese per tutto il ventennio seguente, impegnandosi a perseguire una politica di acceso anticomunismo e di assoluto antisemitismo (solo più tardi ridimensionato), esaltando demagogicamente una “solidarietà sociale e cristiana” legata a una politica estera fondata sul nazionalismo e sulla revisione dei trattati di pace.
Sconfitta la Repubblica dei Consigli, venne scatenato da Horthy un “terrore bianco” che provocò la morte di circa 5.000 ungheresi, l'isolamento di 40.000 persone in campi di concentramento o in carcere, l’esilio per altre 70.000. La riforma agraria approvata nel 1921 interessò appena il 5% delle terre agricole, lasciando praticamente intatto il sistema dei latifondi. Per contro, subito dopo la vittoria del fascismo in Italia, Horthy si accostò alle concezioni corporative, cercando di applicarle in Ungheria: venne così creata una Camera agraria, alla qua
le furono aggiunti numerosi istituti di arbitrato per far fronte ai conti[...]